Forse nessun passo di memorie scritte riesce a descrivere così meravigliosamente l’arrivo di un gruppo di prigionieri di guerra partiti in cento da Sulmona il 13 gennaio 1944 e giunti a Casoli in 47 il 15 gennaio. Nella sua autobiografia dal titolo “Spaghetti e filo spinato” John Fox racconta: «Fummo raggiunti da Domenico che era venuto per guidarci. Indicando di proseguire avanti, raggiante come uno scolaretto, disse: “Solo due chilometri! Gli inglesi sono al ponte laggiù!” Mentre inciampavamo e zoppicavamo, procedendo avanti, una voce poderosa gridò dal ponte: “Alt, chi va là?” in perfetto stile militare. Al che Barrel, sollevandosi in quel momento e radunando la sua ultima oncia di forza, mosse elegantemente verso di loro sventolando un fazzoletto bianco». Casoli come il paese della Libertà, non per nulla, allora come oggi, il punto di arrivo del Sentiero della Libertà. Quasi settimanalmente venivano organizzate le “traversate”, per accompagnare quanti cercavano di fuggire dal Nord al Sud, dalle zone della repubblica di Salò verso quelle liberate dagli alleati. Erano prigionieri fuggiti dai campi di concentramento, ma anche giovani provenienti da varie parti d’Italia renitenti alla leva, ebrei e perseguitati politici. Tra questi: il tenente Ettore De Corti di Udine, ucciso dai tedeschi al Guado di Coccia. Il 24 marzo 1944 Carlo Azeglio Ciampi si incammina lungo il sentiero che da Sulmona lo porterà a Casoli, lato Sud della Majella. Il gruppo era formato da varie decine di persone, guidate da Alberto Pietrorazio, Mario Di Cesare e Gino Ranalli. Il diario di quella traversata e del viaggio fino a Bari, da venerdì 24 marzo a sabato 22 aprile, fu scritto da Ciampi, appena raggiunto il IX Raggruppamento Autieri. Le pagine del diario sono contenute nel libro intitolato Il sentiero della libertà. Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi (Qualevita 2001, Laterza 2003). «26 marzo, domenica, 1944. Dopo una notte insonne seguita ad una fatica eccezionale, alle dodici siamo portati a Casoli, dove al castello esiste un accantonamento per i refugee from enemy territory costituito da una specie di largo corridoio coperto ai due lati da uno strato di paglia. Là donne e uomini, giovani e vecchi: quando arriviamo noi hanno da poco portato via un morto. Lì possiamo finalmente dormire, se pure al meglio.» Il 25 aprile 2018, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, al teatro di Casoli ha sottolineato l’importanza della storia e della memoria dell’Abruzzo, ricordando l’esperienza del suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi e visitando in particolare il campo di internamento per ebrei e slavi, accuratamente riscoperto e illustrato in forma digitale da Giuseppe Lorentini nel libro “L’ozio coatto”.